Sono ammesse alle case famiglia persone con diagnosi di Alzheimer in fase lieve ed in fase moderata anche con comorbilità, ma in fase di compenso. Rappresenta criterio di esclusione la multimorbilità instabile quali diabete e ipertensione non controllati, insufficienza respiratoria e renale grave, cardiopatie scompensate, tumori in fase metastatica, disabilità grave preesistente il deficit cognitivo, ecc.
Segnalazioni per l’ammissione possono essere accettate, oltre che dai centri istituzionali, da altre strutture socio sanitarie del territorio o da medici di famiglia, dalle famiglie stesse, o anche dalle associazioni dedicate.
L’accesso comporta comunque una valutazione di entrata che contempla l’impegno di psicologi. Saranno prese in considerazione persone con particolare disagio psicosociale, in stato di bisogno o di abbandono.
L’entrata potrà anche essere preceduta da una breve frequenza nella struttura semiresidenziale del Villaggio Emmanuele F.M. Emanuele per una più attenta valutazione della storia, del comportamento e delle preferenze della persona.
All’entrata è prevista la compilazione di un modulo che contenga la certificazione della diagnosi da parte di un centro per il decadimento cognitivo e la risposta ad altre informazioni richieste, nonché la firma di un modulo di consenso informato da parte della persona, se ne ha la consapevolezza, e comunque dai suoi familiari (possibilmente amministratori di sostegno), per l’accettazione formale del concetto del Villaggio Emmanuele F.M. Emanuele, delle sue modalità organizzative e dello stile di vita, che sarà loro ampiamente illustrato.
Per quanto riguarda la durata della residenza, la casa famiglia va considerata come la propria abitazione. Il residente è dimesso solo su sua domanda o dei familiari, o solo qualora le sue condizioni di benessere psicofisico richiedano forme diverse di assistenza da quelle offerte dalla casa famiglia, e comunque nel rispetto dei tempi del residente a ricevere le cure e l’assistenza necessari al suo benessere.
La procedura di presa in carico avviene tramite:
- presentazione del modulo di richiesta durante un primo colloquio con la persona e il suo caregiver principale, effettuata dallo psicologo, referente dello staff;
- valutazione multidimensionale di idoneità al modello assistenziale da parte dell’équipe multidisciplinare (geriatra, psicologo, responsabile della casa famiglia, educatore professionale, terapista occupazionale, assistente sociale);
- decisione di presa in carico durante la riunione d’équipe;
- presa di possesso degli spazi abitativi da parte della persona;
- rivalutazione della situazione da parte dell’équipe dopo 15 giorni e dopo 2 mesi.
Il funzionamento delle case famiglia è garantito per l’intero arco dell’anno.